LA VIA FEERICA

feeriaIl Cammino Celtico si divide in vari sentieri, a seconda di quello che la persona sente più vicino e in sintonia con se stesso. Come avete visto dall’homepage ci sono varie strade, e solo alcuni con la massima dedizione al loro percorso spirituale, sono in grado di percorrerle tutte perché richiedono un cammino costante per tutta la vita e questo porta a far si che il Cammino Celtico diventi la propria Vita. La Via Feerica racchiude un primo gradino di contatto con la Natura perché ci permette di contattare la DEA, Signora della Vita e della Morte che ci guida nel Cammino e ci protegge da eventuali pericoli che potremmo incontrare attraverso entità che, sua diretta emanazione, ci salvaguardano dalla nostra inesperienza e ingenuità; poi ci permette di entrare in comunicazione con gli elementali in genere(silfidi, salamandre, ondine, gnomi, elfi etc...) ma in particolare di contattare il MONDO FATATO, quello che esistente parallelamente al nostro, permette al nostro mondo(mondo verde) di esistere e di manifestarsi donandogli la propria energia.

La Via Feerica nonostante possa essere poco complessa in confronto ad altre discipline di contatto interiore, può realizzare una Via a sé stante per le persone che vogliono vivere a contatto con la Natura e comunicare con le energie che sostengono il mondo della Vita; ci sono molti livelli di esistenza nei mondi fatati, da quelli che forniscono energia e permettono che ciascun fiore possa nascere sbocciare e morire rimanendo in equilibrio con tutto il Creato, a quelli che controllano le LEGGI DI NATURA e che sono in diretto contatto con la DEA: su questi livelli elevati esiste un popolo che si chiama TUATHA DE DANAAN, che significa il Popolo di DANA. Dana è uno dei tre aspetti della DEA assieme a BRIGID e MORRIGAN, rispettivamente la prima legata al principio guida dell’innocenza e dell’Amore per la vita, il secondo guida alla trasformazione della propria esistenza in una ricerca più elevata a livello interiore che ci porta a conoscere il volto della morte e della resurrezione in se stessi attraverso la compassione e la rigenerazione dello Spirito, della Mente e del Corpo.

Noi rivolgeremo la nostra attenzione e il nostro lavoro sui TUATHA DE DANAAN perché il nostro scopo è di avere dei tangibili cambiamenti interiori ed esteriori nella vita e vivere meglio con noi stessi e con gli altri;con questo non voglio dire che le entità o fatine elementali che mantengono in vita i fiori, l’erba, le piante etc... non siano importanti, ma che è solo una bella esperienza fare la loro conoscenza e che sicuramente non vi porterà alcun cambiamento nella vostra consapevolezza. Questa Via può essere scelta da persone che vogliono rimanere in contatto con la loro vita materiale di tutti i giorni apportando però un diverso modo di approccio più profondo e sentito tale da apportare dei cambiamenti per poterla vivere in modo più aperto e armonico con se stessi e gli altri e smettere di soffrire per avvenimenti e stati d’animo che permettiamo agli altri di instillarci all’interno per poter essere accettati.

PARLIAMO DI FATE

fata lunaPossiamo notare che la tradizione feerica ha più ampio sbocco nell’Irlanda e in Scozia e vengono usati come termini che manifestano questa Via i nomi SITH e SIDHE. Questi termini gaelici in perfetta assonanza con il termine inglese sithde significano: essere fatato femminile, mentre per il maschile il termine è siochar. Sulla base di queste informazioni troviamo una notevole corrispondenza  con gli esseri fatati della dottrine tibetane chiamate DAKINI. Le dakini sono esseri di energia legate alla NATURA e alla VITA come espressione di energia sapienziale legate ai cinque elementi che riflettono attraverso i sogni, le visioni e la loro presenza materiale nel mondo ma soprattutto accanto all’Uomo, che il mondo non è univoco come potrebbe sembrare e che quanto più ci apriamo alle divergenze, tanto maggiore è la sapienza che si può sperimentare attraverso il loro ausilio e guida. Le fate come le dakini non insegnano in maniera lineare cioè per capirci «accademicamente», usando l’emisfero sinistro del cervello, ma trasmettono all’emisfero destro la loro sapienza attraverso un’azione simbolica e/o di esperienza esistenziale. Il concetto principale del mondo fatato è che nel mondo fatato cosi come in Natura niente è indipendente uno dall’altro, ma tutto è interdipendente e partecipa della vita del tutto, per capirci nella più piccola parte esistente c’è direttamente la piena consapevolezza e coscienza del Tutto e corrispondentemente, ciò che è il Tutto è pienamente cosciente di ogni sua parte: dal bosco che è cosciente di ogni suo albero, foglia e filo d’erba alla Natura che risponde sempre alla richiesta d’aiuto anche della sua più piccola creatura fosse un filo d’erba o una formica. Come abbiamo notato più sopra, le fate sono fanciulle spirituali delle foreste e degli elementi, ma non dobbiamo dimenticare che esistono anche le versioni maschili di esse e non sono, come raccontano in molti, minuscole e indifese ma esseri di luce che possono essere della stessa altezza di un uomo e anche più alti.

RICORDATEVI CHE LE FATE SONO ESSERI A CUI DOVETE RISPETTO PERCHÈ NON SOLO ESISTONO REALMENTE, MA SONO SEMPRE DISPONIBILI AD APRIRVI IL LORO REGNO PER CRESCERE ED EVOLVERVI, CON IL LORO AIUTO ED IL LORO AMORE! SÌ IL LORO AMORE, PERCHÈ, NONOSTANTE CIÒ CHE L’UOMO FA ALLA NATURA, LE FATE LO AMANO. AIUTANDO NOI UOMINI, AIUTANO LORO STESSE E LA VITA PER IL QUALE NASCONO, VIVONO E MUOIONO RICORDANDOCI CONTINUAMENTE CHE L’UNICO VERO TESORO PER IL QUALE VALGA LAVORARE E FATICARE È L’EVOLUZIONE DELLA VITA, COME COSCIENZA UNIVERSALE E AMORE INCONDIZIONATO.

Ora ritorniamo a noi. Alcuni miti celti fanno ritenere che le Fate siano ciò che rimane di divinità  distrutte dall’avvento del cristianesimo, ma ciò non è vero, perché la via feerica è molto più antica dei Celti risalendo all’età paleolitica e soprattutto discendendo da una linea che era totalmente matriarcale. Essendo i contenuti simili a quelli della via celtica agli occhi di chi decise a quel tempo, ecco che vennero uniti a quest’ultima portandoli, non si sa come, ad avere la stessa età ed, ahimè, lo stesso stampo patriarcale che portò la via feerica, insieme alle altre vie spirituali di quel tempo, ad essere a esclusivo beneficio di una élite maschile. Ma non vi preoccupate!  La Grande Madre protegge sempre i propri figli e figlie: le donne, anche se in segreto, continuarono a svolgere i veri rituali della tradizione feerica e, grazie a loro, le radici di essa non si sono perse nel tempo, anche se i rituali cambiarono esteriormente, ma lo spirito che li sostiene è sempre lo stesso che la gente del paleolitico sentiva ed esprimeva:

AMORE, RISPETTO, DEVOZIONE

ma soprattutto AFFETTO E GRATITUDINE PER OGNI GIORNO DI VITA E DI ESPERIENZE DI CRESCITA E DI LIBERTA’.

fataOra parliamo un poco più in particolare dell’universo feerico; la mente occidentale è stata condizionata dalla Società attuale a pensare in termini di coppie di opposti: un aspetto buono e l’altro cattivo. In conseguenza di ciò la visione di Dio si è scissa in due parti, e visto che Dio per l’uomo è solo positivo e buono, tutti gli effetti negativi e deleteri, a parer nostro, della nostra esistenza, devono essere l’opera di una sua controparte, un anti-Dio che continuamente falsa l’azione del Dio buono. Questa visione del pensiero dualistico non trova posto nella visione del mondo feerico; la dea feerica contiene e ingloba in sé l’intera gamma della Vita, nulla esiste al di fuori della sua coscienza e nessun spirito malvagio o diavolo tenta di disfarne l’opera perché la dea è completa e integra in se stessa e lo sarà per l’eternità sia guardando verso il futuro, che verso il passato. La natura della Dea non è mai unica, quando essa appare incarna entrambi gli aspetti del dualismo della Vita: essa è madre e morte della sua stessa opera perché sa che la vera perfezione è nel creare qualcosa di sempre più perfetto e armonioso; e questo consta di continui perfezionamenti dell’opera sua e nuove creazioni che portino alla Vita nuovi aspetti  della manifestazione che prima erano solo un’idea  nel grembo della grande Madre e che solo con la morte degli stessi porteranno frutto  e vita che perfezionerà ciò che sarà il futuro, per capirci:

IL FUTURO È GIÀ ADESSO.

Le implicazioni di una simile visione portano l’uomo ad accettare il mondo, perciò la Dea tenebra-luce della vita e della morte, come riconoscimento di una sacralità di ogni processo ciclico e vitale e portano l’iniziato feerico a vivere la Vita come una continua trasformazione di se stesso a livello di coscienza e non realizzare nessuna ricerca di una metà assoluta sia persino un ipotetico nirvana. L’iniziato tenderà nella Vita ad abbandonarsi al flusso creativo della Vita stessa anziché tentare di modificarlo o bloccarlo e ciò lo porterà a sperimentare gli incessanti mutamenti  e perciò discernere la reale BELLEZZA ETERNA della Creazione.

Dobbiamo renderci conto che le esperienze “cattive” al pari delle “buone” devono essere accettate dalla mano della Dea perché esse ci poetano continue lezioni che ci migliorano e ci rendono più armoniosi con la Vita al quale spesso, finché chiediamo e ci viene dato è tutto ok, quando ci rendiamo conto che la Vita ci chiede per riequilibrare la situazione la dimostrazione che ciò che ci è stato donato ci ha fatti crescere e non ci ha resi egoisti e chiusi, ecco che a parer nostro la Vita diventa “cattiva” e dura e ci chiediamo spesso:

PERCHÉ A ME, COSA HO FATTO DI MALE? IO TUTTO QUESTO NON LO MERITAVO!

Quando arriviamo a questo ci scordiamo immediatamente che la stessa fonte ci ha donato serenità, gioia, pace, ricchezza e prosperità e ci riteniamo cosi delle vittime e degli esclusi solo perché pensiamo spesso che la verità della Vita sia solo appagare il nostro Ego e la nostra personalità tra agi e sollazzi e non dover mai crescere e superare ciò che in quel momento sembra a noi il paradiso o per meglio dire il PAESE DEI BALOCCHI.

Ma ricordate fratelli nello Spirito, ricordate PINOCCHIO e il “premio” che ha avuto in quel paese, sicuramente necessario per crescere ma se più aperti alla Vita evitabile. Va compreso che le polarità con cui identifichiamo la Dea non sono separate e distinte nel suo Essere ma sono in osmosi una nell’altra; come per Brigid che, come aspetto primario della Dea feerica, presiede al fuoco del focolare, il centro di ogni casa cosi essa è anche il fuoco materno di ogni casa e di ogni corpo, le cui mani protese afferrano le nostre dandoci sicurezza e calore nel rigore dell’inverno.Tuttavia essa è anche patrona dell’Arte del fabbro e conosce i segreti della fornace e della forgia, i segreti del crogiuolo infuocato in cui la spada dello Spirito viene riscaldata e spietatamente temprata; il fuoco del focolare di Brigid può pertanto essere visto come l’ingresso al mondo ardente e trasformatore all’interno della terra ovvero mondo infero, la fornace/utero della stessa MADRE TERRA e ciò che l’iniziato deve fare è trovare la luce della forgia dentro se stesso e in essa immergersi per sperimentarla e mediarla in sé e nel mondo. L’iniziato feerico deve entrare nel mondo degli inferi (il reame delle fate) per porsi di fronte agli specchi scuri del se/ombra che rimandandoci il nostro riflesso di luce-oscurità ci mostrano di essere specchi viventi dell’enigma della nostra anima, ma soprattutto ci mostrano la nostra bellezza e il nostro mistero che ci fa uscire da questa esperienza totalmente trasformati. Ormai sappiamo che Vita e Morte sono intrecciati strettamente sulla via feerica e lo sono come forse avete intuito anche il maschio e la femmina nel senso che questa via essendo principalmente risalente a un culto matriarcale festeggia e onora fortemente la visione femminile, ma non per questo l’aspetto maschile è meno importante perché nel tempo sia l’uomo che la donna hanno racchiuso il loro lato femminino all’interno di loro stessi in maniera blindata e occorre ora non soltanto risvegliare il lato più interiore ma anche armonizzarlo con l’aspetto esteriore ricreando ciò che un tempo si perse ed entrò nel silenzio al di là dei sensi:

l’AMORE PER LA PROPRIA NATURA DIVINA .

fata dell'albaLa GRANDE MADRE è ginandrica cioè contiene entrambe le polarità o parti nel proprio essere; ma il dio contiene anche la Dea quale suo fondamento femminino, e il suo viaggio ciclico durante l’anno è alimentato dal desiderio di tornare all’UNITÀ; nella via feerica si onora la femmina come genitrice della Vita, ma onoriamo anche il maschio visto che il riflesso del suo Sé profondo è femminile e legato alla Dea. Questo ci porta ad una unione più profonda, completa e fluida di un qualsiasi aspetto di unione permesso dalle religioni a stampo patriarcale infatti l’aspetto totale di tutto ciò ha enormi risvolti dal punto di vista spirituale ma anche sessuale perché tendiamo a integrare gli “opposti” e a ritornare all’Unità primigenia. Le religioni patriarcali hanno tentato e tentano di dividere ciò che non può essere diviso portando avanti una dottrina di dualità legata dagli aspetti di”bene” e “male” e questo ha formato e continua a formare atteggiamenti di dominio sulla Natura con le ovvie conseguenze che ben conoscete, dall’inquinamento alla deforestazione e estinzione di specie animali che comporteranno, con la loro distruzione e scomparsa la distruzione degli equilibri vitali che avranno come epilogo  la fine della vita umana su questo pianeta. Il seguace della via Feerica non cerca di imporre la propria volontà a tali esseri con rituali e cerimonie medioevali che portano l’uomo in mezzo a fumi sostanze e arnesi strani, ma cerca aprendosi di cooperare e di aprirsi a questo mondo cercando di integrarsi totalmente in esso. Giunti a questa fase temporale, è d’importanza vitale rendersi conto che la terra non è consumabile; non possiamo lasciarne una brace annerita mentre cerchiamo la via per il nostro mondo ideale, essa è il mondo che ci nutre e soprattutto l’unico che abbiamo e che ha appena iniziato a svelarci i suoi segreti, perché credetemi non serve conoscere il viaggio spaziale con navicelle per conoscere l’universo, basta soltanto entrare in comunione con MADRE TERRA per conoscere i segreti che l’universo gli sussurra da millenni per poter veramente non solo sapere ma fare esperienza diretta di tutto ciò che l’uomo da sempre chiama i misteri dell’universo.

Il concetto della fusione dei piani è una chiave di importanza vitale nella tradizione feerica perché esso è radicalmente diverso dal rigido modello gerarchico dell’universo spiegato dall’occultismo occidentale; a questo punto è importante capire che le dimensioni di coscienza o stati a cui ci apriremo per contattare questi mondi, siano essi il mondo infero degli antenati sacri o le dimensioni dei Sidhe, sono divise solo per ragioni di opportunità logica perché, in pratica, le troveremo che ruotano assieme interconnesse all’eterno adesso con il nostro mondo verde dell’esperienza comune. La nostra MADRE TERRA è stanca di secoli di stupro e spoliazione, è malata dei veleni che abbiamo riversato sul suo corpo, però può rinvigorirsi alla fonte della bellezza che sgorga dai mondi fatati e cosi guarire dalle sue ferite; per questo è molto importante che il maggior numero di persone possibile interagisca con gli abitanti di queste dimensioni, IN MODO CHE IL POSITIVO RAPPORTO SIMBIOTICO CHE UN TEMPO ESISTEVA CON QUESTI ESSERI VENGA RIPRISTINATO E ASSIEME A LORO RIPORTARE QUELL’ARMONIA CHE CONTINUIAMO A NON ACCETTARE PER INTERESSE EGOICO. Ricordate: le fate esistono in un rapporto speculare con noi (lo specchio) e finché noi non ci risveglieremo a riscoprire ciò che accade attorno a noi, ci apporteranno i peggiori incubi, quegli aspetti bui di noi stessi e del nostro mondo che non osiamo affrontare.

PARTICOLARITÀ DELLE CREATURE FATATE

Le creature fatate possono essere riconosciute attraverso delle particolarità che riassumono le loro caratteristiche predominanti e sono le seguenti:

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  • Sono una razza particolare che si posiziona a livello intermedio tra la nostra e quella degli spiriti.
  • Sono dotati di poteri enormi, sufficienti a distruggere parte dell’umanità se non fossero legati  alle loro visioni e punti di vista etici.
  • Non invecchiano mai.
  • Una volta che degli esseri umani abbiano assaggiato del cibo nei loro palazzi, non è più permesso loro ritornare alla propria dimensione.
  • Provano avversione per il sale, però bevono acqua e mangiano carne.
  • Si sposano e hanno figli; in alcuni casi possono sposare esseri umani.
  • La loro vista è più acuta di quella di un uomo.
  • Hanno voce argentina rapida e dolce.
  • Nutrono molto interesse per le faccende umane e parteggiano per la giustizia e il diritto.
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    IL PERCORSO DEL MONDO FEERICO


    L’AUSILIARIO ANIMALE

    6 Nessuno comincia un cammino spirituale  o ne raggiunge il culmine da solo, questa è una verità che va chiarita sin dall’inizio , per non cadere nei deliri di egoismo della new-age che vi racconta che si può viaggiare e  arrivare da soli alla meta che vi siete prefissati nel vostro cammino; durante il cammino può sembrare di essere da soli ma alla fine vi rendete conto che non lo siete mai stati. Nella via feerica riconosciamo la nostra interdipendenza sin dall’inizio del cammino chiedendo aiuto ad ausiliari o alleati, e questi aiutanti si dividono in due categorie: esseri animali e esseri fatati; gli ausiliari animali sono per chi ha conoscenze sciamaniche "animali di potere".

    Per molti millenni la nostra cultura si è centrata sulla comunicazione tra esseri umani quale mezzo di apprendimento, basti vedere i grandi filosofi che hanno creato anche se in maniera fittizia la verità sull’uomo e ne ha fatto quasi una visione dogmatica che per quanto possa essere discussa nei «salotti» e nelle accademie e università filosofiche lascia il tempo che trova perché non è sperimentabile all’esterno di se stessa , e una verità non verificabile anche al di là dei propri confini accademici è, secondo me, una verità di comodo. Ma altre genti compresi i nostri antenati, hanno vissuto a lungo non soltanto più vicini a noi alla Natura, ma in fruttuosa simbiosi con essa; si potrebbe dire che prestavano orecchio alle voci della Natura che tendevano a manifestarsi in forma animale e che diventavano le loro guide al contrario delle nostre che hanno forma umana ma che dello Spirito della Natura conoscono solo quello ricavato dalla vite. Nella presente crisi ecologica anche noi dovremmo ritornare ad ascoltare le voci semplici della Natura e non il gran parlare dell’uomo che come vedete  non è mai proporzionale alla sua azione, e la via feerica ci offre tale opportunità di ritornare ad uno scambio fruttuoso con l’ambiente che ci circonda e ci permette di ricollegarci con i nostri ausiliari animali e perciò con le nostre radici più profonde. Di solito siamo abituati a maestri spirituali molto solenni che ci proclamano prolisse e pie omelie riguardanti concetti come amore e dovere, mentre le nostre guide animali scherzano, fanno capriole e insegnano per mezzo di azioni simboliche e non di parole facendo del nostro percorso una cosa divertente e non pesante e sfiancante come è già la vita dell’essere umano che vive l’esistenza di tutti i giorni; la vostra guida può portarvi a situazioni catartiche dove  problemi per voi insormontabili si sciolgono come neve al sole lasciandovi con un palmo di naso per la facilità col quale si risolvono, mentre voi ve li siete portati appresso per una buona parte della vostra esistenza. Per avere un buon rapporto con la vostra guida cercate di conoscere tutto ciò che lo riguarda nel mondo reale, le abitudini, l’habitat , le caratteristiche basilari e tutto ciò che vi può permettere di avvicinarvi meglio a lui/lei e vedrete che a poco a poco il lavoro interiore che svolgerete con la vostra guida riattiverà in voi quel senso dell’intuizione e quell’odorato spirituale che non avete permesso alla vostra interiorità di usare durante la vostra esistenza e che vi avrebbe permesso di evitare tanti dolori e delusioni.

    L’ALLEATO FATATO

    8 Anche se abbiamo già acquisito un ausiliario animale, avremo bisogno di un altro amico spirituale, l’alleato fatato che ci accompagni nei nostri viaggi ma soprattutto nelle città del reame delle fate di cui parleremo più avanti. Molte delle cose che riguardano l’animale ausiliario valgono anche per l’alleato fatato, e ricordate che essendo una creatura fatata dovete trattarla con cortesia e rispetto perchè sono detentori di poteri formidabili; anche l’alleato  userà per comunicare azioni simboliche, che possono arrivare anche a trucchi o beffe per accertarsi che il messaggio sia stato recepito.

    L’aspetto degli esseri fatati varia a secondo di ciò che per noi ha un senso perché le fate sono abilissime nel mutare forma, e possono mostrarsi in forme alquanto sorprendenti come alti e splendentiprincipi e principesse dei Sidhe oppure come creature di incredibile bizzarria secondo la logica umana.

    Tenete presente che la forma assunta dalle fate è frutto del loro adeguamento alla nostra limitata percezione perché esse sono esseri di rotante e fiammeggiante energia e la percezione che ne abbiamo è come una foto nell’istante in cui le guardiamo, ma che all’istante successivo non conta più.

    LE QUATTRO CITTÀ

    10 Con la trinità composta da essere fatato, animale ausiliario e uomo, creiamo un gruppo vincente che è pronto ad affrontare la grande avventura: il viaggio alla volta delle quattro città del reame delle fate. Spesso ci chiediamo, quando ci mettiamo in cammino per aumentare la nostra consapevolezza e risvegliare in noi la pace e la serenità in maniera duratura, come e in che modo imparare ciò che è necessario affinché possiamo conoscere il percorso che ci porti all’evoluzione interiore e a dei risultati tangibili nella vita. Quando iniziamo a preoccuparci perché non conosciamo la via, ecco che iniziamo a leggere libri, a fare seminari e a seguire persone che sembrano saperne più di noi perché riescono a parlare di cose che a noi sembrano la risposta ai nostri problemi, ma a mano a mano che ci inseriamo in questa nuova visione, assumiamo anche un diverso modo di vedere le cose che ci porta fuori dalla nostra ottica per assumerne un’altra che non ci appartiene, e questo è l’inizio delle problematiche di risveglio che ci dimostrano che all’epilogo di un qualsiasi tragitto, forse era meglio rimanere con quella sensazione di smarrimento iniziale di tanti anni prima invece di rimpinzare la nostra mente di inutili filosofie che forse danno risposte ma nessuna certezza sperimentabile materialmente. Ci ritroviamo che, dopo molti anni di discorsi e di filosofie, siamo allo stesso punto di prima, perché ci siamo resi conto che il percorso è diverso per ognuno e niente e nessuno ti può dare una mappa né una guida particolareggiata del cammino della tua esistenza. Così iniziamo a cercare le risposte applicando quello che qualche tempo prima avevamo sentito da qualcuno, per caso, mentre eravamo per la strada:

    « IL VIAGGIO PIÙ IMPORTANTE

    È QUELLO CHE INTRAPRENDIAMO DENTRO DI NOI »

    Da quel giorno iniziamo a cercare le risposte in noi stessi e ci accorgiamo, anche se con fatica inizialmente, che le risposte che ci vengono dall’interno di noi stessi sono le uniche che abbiano in seguito un riscontro esterno e ci danno la misura del passo successivo che dobbiamo compiere; le quattro città del reame fatato servono proprio ad avere  la conoscenza che ci occorre per poter percorrere la nostra strada e prepararci all’evoluzione adatta al nostro essere e ci regalano una coscienza unitaria perché i nostri passi sono guidati dalla nostra interiorità e non da un mezzo esterno a noi sia pure il libro più importante o il maestro più famoso.

    Le quattro città, orientate secondo i punti cardinali, si chiamano :

    GORIAS, FINIAS, MURIAS, FALIAS

    e sono abitate dai quattro maestri (con ciò non intendo persone in toga universitaria) che vi insegneranno tutto ciò di cui avete bisogno per percorrere la vostra via; ne esiste una quinta di cui si parla solo dopo che se ne è fatta esperienza, se lo si vuole, ed ha un nome segreto  e personale , diverso per ognuno che la visita. Ricordatevi che queste città rappresentano i punti focali e nodali dell’energia sapienziale degli elementi e visitandole noi, in realtà costruiamo un cerchio magico sia dentro la psiche che nel mondo esterno; il cerchio completo può essere considerato una lente attraverso la quale i poteri dell’universo si concentrano e si focalizzano. Tramite l’armonia dei mondi interni ed esterni il cerchio avvolge l’intero pianeta e rende la Terra un unico essere che si collega con il nostro donandoci la tanto sospirata Unità tra le genti e le nazioni.

    IL  MAESTRO INTERIORE

    12 Quando si è pronti a viaggiare nelle quattro città fatate senza paura, ecco che le informazioni e le conoscenze che ci arrivano sono talmente tante che ci occorre un aiuto per poterle usare in modo appropriato e efficace e cosi, ci rivolgiamo al nostro maestro interiore che ci guida e ci rende sicuri nell’uso di queste conoscenze. Questo maestro può essere maschile o femminile, a seconda di ciò che ci occorre nel nostro cammino, e ci guida in viaggi interiori o  medita e parla con noi per permetterci di dissipare qualsiasi dubbio che ci può rallentare la via e portarci fuori strada; ma soprattutto ci indica una possibile soluzione ai problemi, che non siamo costretti a seguire alla lettera, perché il maestro non è un insegnante di scuola ma ci aiuta a scegliere attraverso il cuore e perciò non ci farà mai pesare il suo consiglio ma ci lascerà sempre liberi di scegliere ciò che vogliamo e sarà sempre aperto ad aiutarci in qualsiasi frangente senza giudicarci o rinfacciarci presunti errori.

    IL COMPAGNO DI STRADA

    14 Si è accennato ripetutamente alla capacità delle fate di fungere da specchio; andando a incontrare il compagno di strada noi incontreremo la nostra immagine speculare nel regno delle fate.

    Il coimimeadh ovvero il compagno di strada, è quell’essere riflesso che, quasi identico al pari di un gemello, o un accompagnatore segue spesso l’uomo come la sua ombra e viene visto e conosciuto tra gli esseri umani che, simile all’originale, rimane tale sia prima che dopo la morte. Se teniamo presente che il regno delle fate è l’equivalente paradisiaco del nostro mondo, possiamo considerare il compagno di strada come la forma energetica primaria dalla quale trae origine la nostra vita; sicché esso ha maggior ragione di essere definito  il modello originale, dal momento che non solo sopravvive al nostro corpo mortale ma gli preesiste anche. Esso ha una funzione molto simile a quella del corpo eterico e trasforma energie dei mondi non manifestati in una forma manifesta; il contatto con il nostro compagno armonizzerà i nostri centri energetici con il flusso di energie provenienti dal mondo originario, più elevato e ci riporterà in sintonia con il nostro stampo energetico dissolvendo quella diacronia che ci ha scostati molte volte e in molti modi dal modello originale delle nostre esistenze.

    L’AMANTE FEERICO

    16 Ora però ci rimane, oltre che le iniziazioni personali al quale ognuno si deve aprire quando è pronto, all’ultimo passo che porta l’essere umano alla completa”illuminazione” cioè al senso di unità che tutti noi andiamo cercando per non sentirci più soli e ritrovare quella gioia che è la fonte interiore di vita di ogni essere umano. Conoscere un/a compagno/a che appartenga a Feeria e che sia disposta a condividere la sua esistenza con la nostra e renderci cosi parte permanente del mondo spirituale. Devo dirvi però che non è una strada aperta a tutti prendere nella vita un impegno come questo, l’amante feerico è una persona reale con il quale dividere la vita e che dopo la nostra “morte” ci accoglierà permanentemente nella dimensione di Feeria per poter vivere in completa unità con noi. Questo tipo di scelte è per quelle persone che si sentono pronte all’ultimo passo per poter fare parte del mondo spirituale e ritornare cosi nella luce primordiale dell’AMORE UNIVERSALE; nella letteratura abbondano racconti di persone che hanno preso moglie o marito feerico come ad esempio CUCHULAIN il guerriero dell’Ulster che chiese a Fand, moglie del dio del mare Manannan MacLir, di essere la sua sposa offrendosi di combattere con gli eserciti feerici; c’è anche il racconto di Ossian che venne attratto a Feeria da una donna dei Sidhe come pure il racconto del cavaliere Lanval che partì per Avalon. I Leannain Sith ovvero amanti fatati sono visti con sospetto perché sono molto esigenti, e guardando la situazione dal punto di vista della morale umana sono amorali come diceva un prete del sedicesimo secolo; voglio ricordare però un vecchio detto delle mie parti sui fare dei  parroci: fate quel che dico, ma non fate quel che faccio e con questo spero di essermi spiegato chiaramente. Una/o compagna/gno fatati hanno in loro la forza di un rapporto duraturo e privo di incertezze e dubbi nel tempo, e questo fa di loro compagni che danno prova di un continuo solido e grande Amore verso il proprio compagno; questo tipo di amore al quale l’uomo non è abituato perché troppo incostante nei suoi sentimenti può fare paura ai più, allora perché tutto ciò?

    Semplicemente perché le fate incarnano l’energia illuminata degli elementi e dei punti cardinali, sicché l’unione con un essere fatato è un legame con l’energia sapienziale ovvero forza primaria della Creazione, sotto un certo punto di vista, un’unione del genere può essere vista come la conclusione dell’indagine spirituale. Il nostro amante fatato può essere la nostra guida all’illuminazione, si tratta però di un processo che, una volta iniziato, non può essere interrotto. Ricordate una volta scelta la vostra compagna fatata non potrete più lasciarla, perché anche se voi cercaste di allontanarvi da lei/lui vi ritroverebbe dappertutto per restare con voi perciò ribadisco di nuovo perché conosco l’incostanza e la volubilità dell’Uomo, se scegliete questo passo, esso è per sempre. È necessario dare alcune indicazioni che devono essere rigorosamente seguite per passare indenni attraverso questa esperienza: in primo luogo tenete presente che è un’esperienza concreta, implicante il contatto con un essere reale. Come abbiamo detto prima, le fate non sono semplici costruzioni mentali e nemmeno archetipi junghiani ma vere e proprie entità con un loro mondo reale. Ne consegue che da noi si esige un impegno concreto, e tutta la premura, il tatto e la sincerità che metteremmo in un rapporto VERO E SERIO nel mondo di ogni giorno.

    Più delicato è il secondo punto: sebbene la fate siano esseri reali, il nostro habitat naturale non ha posto nel loro mondo. Noi ci sforziamo di trasferire nel nostro mondo la loro primaria energia illuminante, ma non vogliamo rimanere prigionieri nel loro, cosi si spiega perché nei racconti irlandesi, chi entra nel mondo fatato, ne deve uscire dopo sette anni  per ritornare nel proprio e riportare i tesori che ha imparato ad usare per migliorare se stesso e il mondo; solo con la morte si può fare ritorno nel mondo fatato di energia primaria per essere rinnovato e vivificato. Dobbiamo pertanto aggrapparci saldamente al nostro mondo in ogni momento, e un modo per farlo consiste nel conservare una contemporanea consapevolezza di entrambi i mondi; pertanto, esplorando il rapporto con il nostro amante fatato, dobbiamo cercare i riflessi di quella energia nel mondo della quotidianità. Il nostro pater normale può incarnare per noi questa energia in momenti particolari, cosa di cui dobbiamo acquistare consapevolezza. Se adesso invece non abbiamo alcun partner umano, operare con un amante maschile o femminile fatato può attirarcene uno; è della massima importanza non rimanere impigliati nel rapporto con il nostro amante fatato per non rischiare uno squilibrio, ricordate che esiste anche questo mondo.

    fata buonaI due mondi sono in realtà uno e sono separati solo per ragioni di opportunità logica, sappiate gestire al meglio il flusso energetico nel mondo della quotidianità e tutto andrà per il meglio; è un concetto difficile da afferrare, dal momento che il rapporto del mondo fatato con il nostro è di reciproca proiezione. Le fate rispecchiano noi e noi loro, ma da entrambi i lati dello specchio ci sono persone reali e non meri riflessi, concentrarsi su un lato dello specchio a spese dell’altro significa bloccare il flusso di energia tra l’uno e l’altro cioè imprigionare l’esperienza. Questa esperienza bisogna vederla come se il nostro amante fatato e il nostro amante terrestre fossero i due poli di una calamita: quando entrambi sono presenti, l’energia fluisce tra l’uno e l’altro e tutto va per il suo verso; se non avete un pater fisico e non avete intenzione di averlo forse è meglio che a quest’operazione rinunciate per evitare un pericoloso squilibrio oppure, come faccio io, ritirarsi dal mondo e vivere secondo le regole della Natura e non quelle della Società dell’uomo. Abbiamo visto come la via Feerica che ha avuto origine nelle lontane nebbie della preistoria abbia avuto una sorta di rinascita nel mondo, perché questo? Un motivo risulta sufficientemente chiaro: il nostro pianeta è sull’orlo del collasso ecologico: mari inquinati, foreste abbattute, gli animali dei tre regni spietatamente massacrati.

    Tutti ci rendiamo conto che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato, e la fonte di tale errore sembra doversi ricercare nel modo in cui abbiamo considerato il mondo naturale da quattromila anni a questa parte; la via feerica offre un antidoto al pensiero egoistico e dualistico che ci ha portati sull’orlo del disastro planetario. La nostra visita all’interno dei mondi interiori ci permette di migliorare quella armonia che ci lega ai piani energetici e a quelli del pianeta, riportando l’equilibrio tra il nostro mondo e feerilandia decretando così, ancora una volta, che il mondo delle fate è lo stampo originale del nostro. L’Io è il costruttore, che però ha lesinato sui materiali ed ha costruito ignorando le norme di sicurezza ed ha avuto come risultato il mondo in cui viviamo oggi, soltanto contattando feeria riusciremo a ristabilire il paradiso perduto e ad imparare a ripristinare quell’equilibrio che ora è quasi inesistente.

     

    AMORE MIO!

        • Ho camminato a lungo per cercarti.
        • Ho percorso interminabili vie nella speranza di vederti.
        • Ogni via mi faceva sentire più lontano da te,
        • finché all’improvviso,
        • le lacrime hanno lavato il velo dai miei occhi
        • e ho compreso che tu eri vicino.
        • Ho visto l’Amore brillare nei tuoi occhi,
        • quel dono è stato per me, il più prezioso perché
        • in quegli occhi ho potuto, per un momento,
        • abbandonare libera la mia anima.
        • Rivedere i suoni e i colori nel silenzio del tuo cuore,
        • a lungo immobile e pensieroso,
        • è come sentire la tua voce quando cammino
        • verso il mio cuore e
        • percorro l’unica strada che mi porterà da te.
        • Quando raggiungerò il tuo tempio
        • ed entrerò nella sua pace silenziosa
        • ecco che accetterò la Vita che dovunque
        • fa eco al tuo nome, e lì oltre la porta
        • del tuo Spirito, ti troverò ad aspettarmi.

                                          M.M.

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