LA VIA FEERICA
Il Cammino Celtico si divide in vari sentieri,
a seconda di quello che la persona sente più vicino e in sintonia con
se stesso. Come avete visto dall’homepage ci sono varie strade, e solo
alcuni con la massima dedizione al loro percorso spirituale, sono in
grado di percorrerle tutte perché richiedono un cammino costante per
tutta la vita e questo porta a far si che il Cammino Celtico diventi la
propria Vita. La Via Feerica racchiude un
primo gradino di contatto con la Natura perché ci permette di
contattare la DEA, Signora della Vita e della Morte che ci guida nel
Cammino e ci protegge da eventuali pericoli che potremmo incontrare
attraverso entità che, sua diretta emanazione, ci salvaguardano dalla
nostra inesperienza e ingenuità; poi ci permette di entrare in
comunicazione con gli elementali in genere(silfidi, salamandre, ondine,
gnomi, elfi etc...) ma in particolare di contattare il MONDO FATATO,
quello che esistente parallelamente al nostro, permette al nostro
mondo(mondo verde) di esistere e di manifestarsi donandogli la propria
energia.
La Via Feerica
nonostante possa essere poco complessa in confronto ad altre discipline
di contatto interiore, può realizzare una Via a sé stante per le
persone che vogliono vivere a contatto con la Natura e comunicare con
le energie che sostengono il mondo della Vita; ci sono molti livelli di
esistenza nei mondi fatati, da quelli che forniscono energia e
permettono che ciascun fiore possa nascere sbocciare e morire rimanendo
in equilibrio con tutto il Creato, a quelli che controllano le LEGGI DI
NATURA e che sono in diretto contatto con la DEA: su questi livelli
elevati esiste un popolo che si chiama TUATHA DE DANAAN, che significa
il Popolo di DANA. Dana è uno dei tre aspetti della DEA assieme a
BRIGID e MORRIGAN, rispettivamente la prima legata al principio guida
dell’innocenza e dell’Amore per la vita, il secondo guida alla
trasformazione della propria esistenza in una ricerca più elevata a
livello interiore che ci porta a conoscere il volto della morte e della
resurrezione in se stessi attraverso la compassione e la rigenerazione
dello Spirito, della Mente e del Corpo.
Noi rivolgeremo
la nostra attenzione e il nostro lavoro sui TUATHA DE DANAAN perché il
nostro scopo è di avere dei tangibili cambiamenti interiori ed
esteriori nella vita e vivere meglio con noi stessi e con gli altri;con
questo non voglio dire che le entità o fatine elementali che mantengono
in vita i fiori, l’erba, le piante etc... non siano importanti, ma che
è solo una bella esperienza fare la loro conoscenza e che sicuramente
non vi porterà alcun cambiamento nella vostra consapevolezza. Questa Via può
essere scelta da persone che vogliono rimanere in contatto con la loro
vita materiale di tutti i giorni apportando però un diverso modo di
approccio più profondo e sentito tale da apportare dei cambiamenti per
poterla vivere in modo più aperto e armonico con se stessi e gli altri
e smettere di soffrire per avvenimenti e stati d’animo che permettiamo
agli altri di instillarci all’interno per poter essere accettati.
PARLIAMO DI FATE
Possiamo notare
che la tradizione feerica ha più ampio sbocco nell’Irlanda e in Scozia
e vengono usati come termini che manifestano questa Via i nomi SITH e
SIDHE. Questi termini
gaelici in perfetta assonanza con il termine inglese sithde
significano: essere fatato femminile, mentre per il maschile il termine
è siochar. Sulla base di queste informazioni troviamo una
notevole corrispondenza con gli esseri fatati della dottrine
tibetane chiamate DAKINI. Le dakini sono
esseri di energia legate alla NATURA e alla VITA come espressione di
energia sapienziale legate ai cinque elementi che riflettono attraverso
i sogni, le visioni e la loro presenza materiale nel mondo ma
soprattutto accanto all’Uomo, che il mondo non è univoco come potrebbe
sembrare e che quanto più ci apriamo alle divergenze, tanto maggiore è
la sapienza che si può sperimentare attraverso il loro ausilio e guida.
Le fate come le
dakini non insegnano in maniera lineare cioè per capirci
«accademicamente», usando l’emisfero sinistro del cervello, ma
trasmettono all’emisfero destro la loro sapienza attraverso un’azione
simbolica e/o di esperienza esistenziale. Il concetto
principale del mondo fatato è che nel mondo fatato cosi come in Natura
niente è indipendente uno dall’altro, ma tutto è interdipendente e
partecipa della vita del tutto, per capirci nella più piccola parte
esistente c’è direttamente la piena consapevolezza e coscienza del
Tutto e corrispondentemente, ciò che è il Tutto è pienamente cosciente
di ogni sua parte: dal bosco che è cosciente di ogni suo albero, foglia
e filo d’erba alla Natura che risponde sempre alla richiesta d’aiuto
anche della sua più piccola creatura fosse un filo d’erba o una
formica. Come abbiamo
notato più sopra, le fate sono fanciulle spirituali delle foreste e
degli elementi, ma non dobbiamo dimenticare che esistono anche le
versioni maschili di esse e non sono, come raccontano in molti,
minuscole e indifese ma esseri di luce che possono essere della stessa
altezza di un uomo e anche più alti.
RICORDATEVI
CHE LE FATE SONO ESSERI A CUI DOVETE RISPETTO PERCHÈ NON SOLO ESISTONO
REALMENTE, MA SONO SEMPRE DISPONIBILI AD APRIRVI IL LORO REGNO PER
CRESCERE ED EVOLVERVI, CON IL LORO AIUTO ED IL LORO AMORE! SÌ IL LORO AMORE, PERCHÈ,
NONOSTANTE CIÒ CHE L’UOMO FA ALLA NATURA, LE FATE LO AMANO. AIUTANDO
NOI UOMINI, AIUTANO LORO STESSE E LA VITA PER IL QUALE NASCONO, VIVONO
E MUOIONO RICORDANDOCI CONTINUAMENTE CHE L’UNICO VERO TESORO PER IL
QUALE VALGA LAVORARE E FATICARE È L’EVOLUZIONE DELLA VITA, COME
COSCIENZA UNIVERSALE E AMORE INCONDIZIONATO.
Ora ritorniamo a noi. Alcuni
miti celti fanno ritenere che le Fate siano ciò che rimane di
divinità distrutte dall’avvento del cristianesimo, ma ciò non
è vero, perché la via feerica è molto più antica dei Celti risalendo
all’età paleolitica e soprattutto discendendo da una linea che era
totalmente matriarcale. Essendo i
contenuti simili a quelli della via celtica agli occhi di chi decise a
quel tempo, ecco che vennero uniti a quest’ultima portandoli, non si sa
come, ad avere la stessa età ed, ahimè, lo stesso stampo patriarcale
che portò la via feerica, insieme alle altre vie spirituali di quel
tempo, ad essere a esclusivo beneficio di una élite maschile. Ma non vi
preoccupate! La Grande Madre protegge sempre i propri figli e
figlie: le donne, anche se in segreto, continuarono a svolgere i veri
rituali della tradizione feerica e, grazie a loro, le radici di essa
non si sono perse nel tempo, anche se i rituali cambiarono
esteriormente, ma lo spirito che li sostiene è sempre lo stesso che la
gente del paleolitico sentiva ed esprimeva:
AMORE,
RISPETTO, DEVOZIONE
ma soprattutto AFFETTO E GRATITUDINE PER
OGNI GIORNO DI VITA E DI ESPERIENZE DI CRESCITA E DI LIBERTA’.
Ora parliamo un poco più
in particolare dell’universo feerico; la mente occidentale è stata
condizionata dalla Società attuale a pensare in termini di coppie di
opposti: un aspetto buono e l’altro cattivo. In conseguenza
di ciò la visione di Dio si è scissa in due parti, e visto che Dio per
l’uomo è solo positivo e buono, tutti gli effetti negativi e deleteri,
a parer nostro, della nostra esistenza, devono essere l’opera di una
sua controparte, un anti-Dio che continuamente falsa l’azione del Dio
buono. Questa visione del pensiero dualistico non trova posto nella
visione del mondo feerico; la dea feerica contiene e ingloba in sé
l’intera gamma della Vita, nulla esiste al di fuori della sua coscienza
e nessun spirito malvagio o diavolo tenta di disfarne l’opera perché la
dea è completa e integra in se stessa e lo sarà per l’eternità sia
guardando verso il futuro, che verso il passato. La natura della Dea non è mai unica, quando essa
appare incarna entrambi gli aspetti del dualismo della Vita: essa è
madre e morte della sua stessa opera perché sa che la vera perfezione è
nel creare qualcosa di sempre più perfetto e armonioso; e questo consta
di continui perfezionamenti dell’opera sua e nuove creazioni che
portino alla Vita nuovi aspetti della manifestazione che
prima erano solo un’idea nel grembo della grande Madre e che
solo con la morte degli stessi porteranno frutto e vita che
perfezionerà ciò che sarà il futuro, per capirci:
IL FUTURO È GIÀ
ADESSO.
Le implicazioni di una
simile visione portano l’uomo ad accettare il mondo, perciò la Dea
tenebra-luce della vita e della morte, come riconoscimento di una
sacralità di ogni processo ciclico e vitale e portano l’iniziato
feerico a vivere la Vita come una continua trasformazione di se stesso
a livello di coscienza e non realizzare nessuna ricerca di una metà
assoluta sia persino un ipotetico nirvana. L’iniziato tenderà nella Vita
ad abbandonarsi al flusso creativo della Vita stessa anziché tentare di
modificarlo o bloccarlo e ciò lo porterà a sperimentare gli incessanti
mutamenti e perciò discernere la reale BELLEZZA ETERNA della
Creazione.
Dobbiamo renderci conto che
le esperienze “cattive” al pari delle “buone” devono essere accettate
dalla mano della Dea perché esse ci poetano continue lezioni che ci
migliorano e ci rendono più armoniosi con la Vita al quale spesso,
finché chiediamo e ci viene dato è tutto ok, quando ci rendiamo conto
che la Vita ci chiede per riequilibrare la situazione la dimostrazione
che ciò che ci è stato donato ci ha fatti crescere e non ci ha resi
egoisti e chiusi, ecco che a parer nostro la Vita diventa “cattiva” e
dura e ci chiediamo spesso:
PERCHÉ A ME,
COSA HO FATTO DI MALE? IO TUTTO QUESTO NON LO MERITAVO!
Quando arriviamo a questo ci
scordiamo immediatamente che la stessa fonte ci ha donato serenità,
gioia, pace, ricchezza e prosperità e ci riteniamo cosi delle vittime e
degli esclusi solo perché pensiamo spesso che la verità della Vita sia
solo appagare il nostro Ego e la nostra personalità tra agi e sollazzi
e non dover mai crescere e superare ciò che in quel momento sembra a
noi il paradiso o per meglio dire il PAESE DEI BALOCCHI.
Ma ricordate fratelli nello
Spirito, ricordate PINOCCHIO e il “premio” che ha avuto
in quel paese, sicuramente necessario per crescere ma se più aperti
alla Vita evitabile. Va compreso che le polarità con cui identifichiamo
la Dea non sono separate e distinte nel suo Essere ma sono in osmosi
una nell’altra; come per Brigid che, come aspetto primario della Dea
feerica, presiede al fuoco del focolare, il centro di ogni casa cosi
essa è anche il fuoco materno di ogni casa e di ogni corpo, le cui mani
protese afferrano le nostre dandoci sicurezza e calore nel rigore
dell’inverno.Tuttavia essa è anche patrona dell’Arte del fabbro e
conosce i segreti della fornace e della forgia, i segreti del crogiuolo
infuocato in cui la spada dello Spirito viene riscaldata e
spietatamente temprata; il fuoco del focolare di Brigid può pertanto
essere visto come l’ingresso al mondo ardente e trasformatore
all’interno della terra ovvero mondo infero, la fornace/utero della
stessa MADRE
TERRA e ciò
che l’iniziato deve fare è trovare la luce della forgia dentro se
stesso e in essa immergersi per sperimentarla e mediarla in sé e nel
mondo. L’iniziato feerico deve entrare nel mondo degli inferi (il reame
delle fate) per porsi di fronte agli specchi scuri del se/ombra che
rimandandoci il nostro riflesso di luce-oscurità ci mostrano di essere
specchi viventi dell’enigma della nostra anima, ma soprattutto ci
mostrano la nostra bellezza e il nostro mistero che ci fa uscire da
questa esperienza totalmente trasformati. Ormai sappiamo che Vita e
Morte sono intrecciati strettamente sulla via feerica e lo sono come
forse avete intuito anche il maschio e la femmina nel senso che questa
via essendo principalmente risalente a un culto matriarcale festeggia e
onora fortemente la visione femminile, ma non per questo l’aspetto
maschile è meno importante perché nel tempo sia l’uomo che la donna
hanno racchiuso il loro lato femminino all’interno di loro stessi in
maniera blindata e occorre ora non soltanto risvegliare il lato più
interiore ma anche armonizzarlo con l’aspetto esteriore ricreando ciò
che un tempo si perse ed entrò nel silenzio al di là dei sensi:
l’AMORE PER LA PROPRIA NATURA DIVINA
.
La GRANDE MADRE
è ginandrica cioè contiene entrambe le polarità o parti nel proprio
essere; ma il dio contiene anche la Dea quale suo fondamento femminino,
e il suo viaggio ciclico durante l’anno è alimentato dal desiderio di
tornare all’UNITÀ; nella via feerica si onora la femmina come genitrice
della Vita, ma onoriamo anche il maschio visto che il riflesso del suo
Sé profondo è femminile e legato alla Dea. Questo ci porta ad una
unione più profonda, completa e fluida di un qualsiasi aspetto di
unione permesso dalle religioni a stampo patriarcale infatti l’aspetto
totale di tutto ciò ha enormi risvolti dal punto di vista spirituale ma
anche sessuale perché tendiamo a integrare gli “opposti” e a ritornare
all’Unità primigenia. Le
religioni patriarcali hanno tentato e tentano di dividere ciò che non
può essere diviso portando avanti una dottrina di dualità legata dagli
aspetti di”bene” e “male” e questo ha formato e continua a formare
atteggiamenti di dominio sulla Natura con le ovvie conseguenze che ben
conoscete, dall’inquinamento alla deforestazione
e estinzione di specie animali che comporteranno, con la loro
distruzione e scomparsa la distruzione degli equilibri vitali che
avranno come epilogo la fine della vita umana su questo
pianeta. Il seguace
della via Feerica non cerca di imporre la propria volontà a tali esseri
con rituali e cerimonie medioevali che portano l’uomo in mezzo a fumi
sostanze e arnesi strani, ma cerca aprendosi di cooperare e di aprirsi
a questo mondo cercando di integrarsi totalmente in esso. Giunti a
questa fase temporale, è d’importanza vitale rendersi conto che la
terra non è consumabile; non possiamo lasciarne una brace annerita
mentre cerchiamo la via per il nostro mondo ideale, essa è il mondo che
ci nutre e soprattutto l’unico che abbiamo e che ha appena iniziato a
svelarci i suoi segreti, perché credetemi non serve conoscere il
viaggio spaziale con navicelle per conoscere l’universo, basta soltanto
entrare in comunione con MADRE TERRA per conoscere i segreti che
l’universo gli sussurra da millenni per poter veramente non solo sapere
ma fare esperienza diretta di tutto ciò che l’uomo da sempre chiama i
misteri dell’universo.
Il concetto
della fusione dei piani è una chiave di importanza vitale nella
tradizione feerica perché esso è radicalmente diverso dal rigido
modello gerarchico dell’universo spiegato dall’occultismo occidentale;
a questo punto è importante capire che le dimensioni di coscienza o
stati a cui ci apriremo per contattare questi mondi, siano essi il
mondo infero degli antenati sacri o le dimensioni dei Sidhe, sono
divise solo per ragioni di opportunità logica perché, in pratica, le
troveremo che ruotano assieme interconnesse all’eterno adesso con il
nostro mondo verde dell’esperienza comune. La nostra MADRE
TERRA è stanca di secoli di stupro e spoliazione, è malata dei veleni
che abbiamo riversato sul suo corpo, però può rinvigorirsi alla fonte
della bellezza che sgorga dai mondi fatati e cosi guarire dalle sue
ferite; per questo è molto importante che il maggior numero di persone
possibile interagisca con gli abitanti di queste dimensioni, IN MODO
CHE IL POSITIVO RAPPORTO SIMBIOTICO CHE UN TEMPO ESISTEVA CON QUESTI
ESSERI VENGA RIPRISTINATO E ASSIEME A LORO RIPORTARE QUELL’ARMONIA CHE
CONTINUIAMO A NON ACCETTARE PER INTERESSE EGOICO. Ricordate: le
fate esistono in un rapporto speculare con noi (lo specchio) e finché
noi non ci risveglieremo a riscoprire ciò che accade attorno a noi, ci
apporteranno i peggiori incubi, quegli aspetti bui di noi stessi e del
nostro mondo che non osiamo affrontare.
PARTICOLARITÀ DELLE
CREATURE FATATE
Le creature fatate possono
essere riconosciute attraverso delle particolarità che riassumono le
loro caratteristiche predominanti e sono le seguenti:
Sono una razza particolare che si posiziona a
livello intermedio tra la nostra e quella degli spiriti.
Sono
dotati di poteri enormi, sufficienti a distruggere parte dell’umanità
se non fossero legati alle loro visioni e punti di vista
etici.
Non invecchiano
mai.
Una
volta che degli esseri umani abbiano assaggiato del cibo nei loro
palazzi, non è più permesso loro ritornare alla propria dimensione.
Provano
avversione per il sale, però bevono acqua e mangiano carne.
Si sposano e
hanno figli; in alcuni casi possono sposare esseri umani.
La loro vista è
più acuta di quella di un uomo.
Hanno voce
argentina rapida e dolce.
Nutrono molto
interesse per le faccende umane e parteggiano per la giustizia e il
diritto.
IL PERCORSO DEL MONDO FEERICO
L’AUSILIARIO
ANIMALE
Nessuno comincia un cammino
spirituale o ne raggiunge il culmine da solo, questa è una
verità che va chiarita sin dall’inizio , per non cadere nei deliri di
egoismo della new-age che vi racconta che si può viaggiare e
arrivare da soli alla meta che vi siete prefissati nel vostro cammino;
durante il cammino può sembrare di essere da soli ma alla fine vi
rendete conto che non lo siete mai stati. Nella via feerica
riconosciamo la nostra interdipendenza sin dall’inizio del cammino
chiedendo aiuto ad ausiliari o alleati, e questi aiutanti si dividono
in due categorie: esseri animali e esseri fatati; gli ausiliari animali
sono per chi ha conoscenze sciamaniche "animali di potere".
Per molti
millenni la nostra cultura si è centrata sulla comunicazione tra esseri
umani quale mezzo di apprendimento, basti vedere i grandi filosofi che
hanno creato anche se in maniera fittizia la verità sull’uomo e ne ha
fatto quasi una visione dogmatica che per quanto possa essere discussa
nei «salotti» e nelle
accademie e università filosofiche lascia il tempo che trova perché non
è sperimentabile all’esterno di se stessa , e una verità non
verificabile anche al di là dei propri confini accademici è, secondo
me, una verità di comodo. Ma altre genti
compresi i nostri antenati, hanno vissuto a lungo non soltanto più
vicini a noi alla Natura, ma in fruttuosa simbiosi con essa; si
potrebbe dire che prestavano orecchio alle voci della Natura che
tendevano a manifestarsi in forma animale e che diventavano le loro
guide al contrario delle nostre che hanno forma umana ma che dello
Spirito della Natura conoscono solo quello ricavato dalla vite. Nella
presente crisi ecologica anche noi dovremmo ritornare ad ascoltare le
voci semplici della Natura e non il gran parlare dell’uomo che come
vedete non è mai proporzionale alla sua azione, e la via
feerica ci offre tale opportunità di ritornare ad uno scambio fruttuoso
con l’ambiente che ci circonda e ci permette di ricollegarci con i
nostri ausiliari animali e perciò con le nostre radici più profonde. Di
solito siamo abituati a maestri spirituali molto solenni che ci
proclamano prolisse e pie omelie riguardanti concetti come amore e
dovere, mentre le nostre guide animali scherzano, fanno capriole e
insegnano per mezzo di azioni simboliche e non di parole facendo del
nostro percorso una cosa divertente e non pesante e sfiancante come è
già la vita dell’essere umano che vive l’esistenza di tutti i giorni;
la vostra guida può portarvi a situazioni catartiche dove
problemi per voi insormontabili si sciolgono come neve al sole
lasciandovi con un palmo di naso per la facilità col quale si
risolvono, mentre voi ve li siete portati appresso per una buona parte
della vostra esistenza. Per avere un
buon rapporto con la vostra guida cercate di conoscere tutto ciò che lo
riguarda nel mondo reale, le abitudini, l’habitat , le caratteristiche
basilari e tutto ciò che vi può permettere di avvicinarvi meglio a
lui/lei e vedrete che a poco a poco il lavoro interiore che svolgerete
con la vostra guida riattiverà in voi quel senso dell’intuizione e
quell’odorato spirituale che non avete permesso alla vostra interiorità
di usare durante la vostra esistenza e che vi avrebbe permesso di
evitare tanti dolori e delusioni.
L’ALLEATO
FATATO
Anche se
abbiamo già acquisito un ausiliario animale, avremo bisogno di un altro
amico spirituale, l’alleato fatato che ci accompagni nei nostri viaggi
ma soprattutto nelle città del reame delle fate di cui parleremo più
avanti. Molte delle cose che riguardano l’animale ausiliario valgono
anche per l’alleato fatato, e ricordate che essendo una creatura fatata
dovete trattarla con cortesia e rispetto perchè sono detentori di
poteri formidabili; anche l’alleato userà per comunicare
azioni simboliche, che possono arrivare anche a trucchi o beffe per
accertarsi che il messaggio sia stato recepito.
L’aspetto degli
esseri fatati varia a secondo di ciò che per noi ha un senso perché le
fate sono abilissime nel mutare forma, e possono mostrarsi in forme
alquanto sorprendenti come alti e splendentiprincipi e principesse dei
Sidhe oppure come creature di incredibile bizzarria secondo la logica
umana.
Tenete presente
che la forma assunta dalle fate è frutto del loro adeguamento alla
nostra limitata percezione perché esse sono esseri di rotante e
fiammeggiante energia e la percezione che ne abbiamo è come una foto
nell’istante in cui le guardiamo, ma che all’istante successivo non
conta più.
LE
QUATTRO CITTÀ
Con
la trinità composta da essere fatato, animale ausiliario e uomo,
creiamo un gruppo vincente che è pronto ad affrontare la grande
avventura: il viaggio alla volta delle quattro città del reame delle
fate. Spesso ci chiediamo, quando ci mettiamo in cammino per aumentare
la nostra consapevolezza e risvegliare in noi la pace e la serenità in
maniera duratura, come e in che modo imparare ciò che è necessario
affinché possiamo conoscere il percorso che ci porti all’evoluzione
interiore e a dei risultati tangibili nella vita. Quando iniziamo a
preoccuparci perché non conosciamo la via, ecco che iniziamo a leggere
libri, a fare seminari e a seguire persone che sembrano saperne più di
noi perché riescono a parlare di cose che a noi sembrano la risposta ai
nostri problemi, ma a mano a mano che ci inseriamo in questa nuova
visione, assumiamo anche un diverso modo di vedere le cose che ci porta
fuori dalla nostra ottica per assumerne un’altra che non ci appartiene,
e questo è l’inizio delle problematiche di risveglio che ci dimostrano
che all’epilogo di un qualsiasi tragitto, forse era meglio rimanere con
quella sensazione di smarrimento iniziale di tanti anni prima invece di
rimpinzare la nostra mente di inutili filosofie che forse danno
risposte ma nessuna certezza sperimentabile materialmente. Ci
ritroviamo che, dopo molti anni di discorsi e di filosofie, siamo allo
stesso punto di prima, perché ci siamo resi conto che il percorso è
diverso per ognuno e niente e nessuno ti può dare una mappa né una
guida particolareggiata del cammino della tua esistenza. Così iniziamo a cercare le
risposte applicando quello che qualche tempo prima avevamo sentito da
qualcuno, per caso, mentre eravamo per la strada:
« IL
VIAGGIO PIÙ IMPORTANTE
È QUELLO CHE
INTRAPRENDIAMO DENTRO DI NOI »
Da quel
giorno iniziamo a cercare le risposte in noi stessi e ci accorgiamo,
anche se con fatica inizialmente, che le risposte che ci vengono
dall’interno di noi stessi sono le uniche che abbiano in seguito un
riscontro esterno e ci danno la misura del passo successivo che
dobbiamo compiere; le quattro città del reame fatato servono proprio ad
avere la conoscenza che ci occorre per poter percorrere la
nostra strada e prepararci all’evoluzione adatta al nostro essere e ci
regalano una coscienza unitaria perché i nostri passi sono guidati
dalla nostra interiorità e non da un mezzo esterno a noi sia pure il
libro più importante o il maestro più famoso.
Le quattro
città, orientate secondo i punti cardinali, si chiamano :
GORIAS, FINIAS, MURIAS, FALIAS
e sono
abitate dai quattro maestri (con ciò non intendo persone in toga
universitaria) che vi insegneranno tutto ciò di cui avete bisogno per
percorrere la vostra via; ne esiste una quinta di cui si parla solo
dopo che se ne è fatta esperienza, se lo si vuole, ed ha un nome
segreto e personale , diverso per ognuno che la visita. Ricordatevi che
queste città rappresentano i punti focali e nodali dell’energia
sapienziale degli elementi e visitandole noi, in realtà costruiamo un
cerchio magico sia dentro la psiche che nel mondo esterno; il cerchio
completo può essere considerato una lente attraverso la quale i poteri
dell’universo si concentrano e si focalizzano. Tramite l’armonia dei
mondi interni ed esterni il cerchio avvolge l’intero pianeta e rende la
Terra un unico essere che si collega con il nostro donandoci la tanto
sospirata Unità tra le genti e le nazioni.
IL MAESTRO INTERIORE
Quando si
è pronti a viaggiare nelle quattro città fatate senza paura, ecco che
le informazioni e le conoscenze che ci arrivano sono talmente tante che
ci occorre un aiuto per poterle usare in modo appropriato e efficace e
cosi, ci rivolgiamo al nostro maestro interiore che ci guida e ci rende
sicuri nell’uso di queste conoscenze. Questo
maestro può essere maschile o femminile, a seconda di ciò che ci
occorre nel nostro
cammino, e ci guida in viaggi interiori o
medita e parla con noi per permetterci di dissipare qualsiasi dubbio
che ci può rallentare la via e portarci fuori strada; ma soprattutto ci
indica una possibile soluzione ai problemi, che non siamo costretti a
seguire alla lettera, perché il maestro non è un insegnante di scuola
ma ci aiuta a scegliere attraverso il cuore e perciò non ci farà mai
pesare il suo consiglio ma ci lascerà sempre liberi di scegliere ciò
che vogliamo e sarà sempre aperto ad aiutarci in qualsiasi frangente
senza giudicarci o rinfacciarci presunti errori.
IL COMPAGNO DI STRADA
Si
è accennato ripetutamente alla capacità delle fate di fungere da
specchio; andando a incontrare il compagno di strada noi incontreremo
la nostra immagine speculare nel regno delle fate.
Il coimimeadh
ovvero il compagno di strada, è quell’essere riflesso che, quasi
identico al pari di un gemello, o un accompagnatore segue spesso l’uomo
come la sua ombra e viene visto e conosciuto tra gli esseri umani che,
simile all’originale, rimane tale sia prima che dopo la morte. Se teniamo presente che il regno delle fate è
l’equivalente paradisiaco del nostro mondo, possiamo considerare il
compagno di strada come la forma energetica primaria dalla quale trae
origine la nostra vita; sicché esso ha maggior ragione di essere
definito il modello originale, dal momento che non solo
sopravvive al nostro corpo mortale ma gli preesiste anche. Esso ha una
funzione molto simile a quella del corpo eterico e trasforma energie
dei mondi non manifestati in una forma manifesta; il contatto con il
nostro compagno armonizzerà i nostri centri energetici con il flusso di
energie provenienti dal mondo originario, più elevato e ci riporterà in
sintonia con il nostro stampo energetico dissolvendo quella diacronia
che ci ha scostati molte volte e in molti modi dal modello originale
delle nostre esistenze.
L’AMANTE FEERICO
Ora
però ci rimane, oltre che le iniziazioni personali al quale ognuno si
deve aprire quando è pronto, all’ultimo passo che porta l’essere umano
alla completa”illuminazione” cioè al senso di unità che tutti noi
andiamo cercando per non sentirci più soli e ritrovare quella gioia che
è la fonte interiore di vita di ogni essere umano. Conoscere un/a
compagno/a che appartenga a Feeria e che sia disposta a condividere la
sua esistenza con la nostra e renderci cosi parte permanente del mondo
spirituale. Devo dirvi però che non è una strada aperta a tutti
prendere nella vita un impegno come questo, l’amante feerico è una
persona reale con il quale dividere la vita e che dopo la nostra
“morte” ci accoglierà permanentemente nella dimensione di Feeria per
poter vivere in completa unità con noi. Questo tipo di scelte è per
quelle persone che si sentono pronte all’ultimo passo per poter fare
parte del mondo spirituale e ritornare cosi nella luce primordiale
dell’AMORE UNIVERSALE; nella letteratura abbondano racconti di persone
che hanno preso moglie o marito feerico come ad esempio CUCHULAIN il
guerriero dell’Ulster che chiese a Fand, moglie del dio del mare
Manannan MacLir, di essere la sua sposa offrendosi di combattere con
gli eserciti feerici; c’è anche il racconto di Ossian che venne
attratto a Feeria da una donna dei Sidhe come pure il racconto del
cavaliere Lanval che partì per Avalon. I Leannain
Sith ovvero amanti fatati sono visti con sospetto perché sono molto
esigenti, e guardando la situazione dal punto di vista della morale
umana sono amorali come diceva un prete del sedicesimo secolo; voglio
ricordare però un vecchio detto delle mie parti sui fare dei
parroci: fate quel che dico, ma non fate quel che faccio e con questo
spero di essermi spiegato chiaramente. Una/o
compagna/gno fatati hanno in loro la forza di un rapporto duraturo e
privo di incertezze e dubbi nel tempo, e questo fa di loro compagni che
danno prova di un continuo solido e grande Amore verso il proprio
compagno; questo tipo di amore al quale l’uomo non è abituato perché
troppo incostante nei suoi sentimenti può fare paura ai più, allora
perché tutto ciò?
Semplicemente
perché le fate incarnano l’energia illuminata degli elementi e dei
punti cardinali, sicché l’unione con un essere fatato è un legame con
l’energia sapienziale ovvero forza primaria della Creazione, sotto un
certo punto di vista, un’unione del genere può essere vista come la
conclusione dell’indagine spirituale. Il nostro amante fatato può
essere la nostra guida all’illuminazione, si tratta però di un processo
che, una volta iniziato, non può essere interrotto. Ricordate una volta
scelta la vostra compagna fatata non potrete più lasciarla, perché
anche se voi cercaste di allontanarvi da lei/lui vi ritroverebbe
dappertutto per restare con voi perciò ribadisco di nuovo perché
conosco l’incostanza e la volubilità dell’Uomo, se scegliete questo
passo, esso è per sempre. È necessario dare alcune indicazioni che
devono essere rigorosamente seguite per passare indenni attraverso
questa esperienza: in primo luogo tenete presente che è un’esperienza
concreta, implicante il contatto con un essere reale. Come abbiamo
detto prima, le fate non sono semplici costruzioni mentali e nemmeno
archetipi junghiani ma vere e proprie entità con un loro mondo reale.
Ne consegue che da noi si esige un impegno concreto, e tutta la
premura, il tatto e la sincerità che metteremmo in un rapporto VERO E
SERIO nel mondo di ogni giorno.
Più
delicato è il secondo punto: sebbene la fate siano esseri reali, il
nostro habitat naturale non ha posto nel loro mondo. Noi ci sforziamo
di trasferire nel nostro mondo la loro primaria energia illuminante, ma
non vogliamo rimanere prigionieri nel loro, cosi si spiega perché nei
racconti irlandesi, chi entra nel mondo fatato, ne deve uscire dopo
sette anni per ritornare nel proprio e riportare i tesori che
ha imparato ad usare per migliorare se stesso e il mondo; solo con la
morte si può fare ritorno nel mondo fatato di energia primaria per
essere rinnovato e vivificato. Dobbiamo
pertanto aggrapparci saldamente al nostro mondo in ogni momento, e un
modo per farlo consiste nel conservare una contemporanea consapevolezza
di entrambi i mondi; pertanto, esplorando il rapporto con il nostro
amante fatato, dobbiamo cercare i riflessi di quella energia nel mondo
della quotidianità. Il nostro pater normale può incarnare per noi
questa energia in momenti particolari, cosa di cui dobbiamo acquistare
consapevolezza. Se adesso invece non abbiamo alcun partner umano,
operare con un amante maschile o femminile fatato può attirarcene uno;
è della massima importanza non rimanere impigliati nel rapporto con il
nostro amante fatato per non rischiare uno squilibrio, ricordate che
esiste anche questo mondo.
I due mondi
sono in realtà uno e sono separati solo per ragioni di opportunità
logica, sappiate gestire al meglio il flusso energetico nel mondo della
quotidianità e tutto andrà per il meglio; è un concetto difficile da
afferrare, dal momento che il rapporto del mondo fatato con il nostro è
di reciproca proiezione. Le fate rispecchiano noi e noi loro, ma da
entrambi i lati dello specchio ci sono persone reali e non meri
riflessi, concentrarsi su un lato dello specchio a spese dell’altro
significa bloccare il flusso di energia tra l’uno e l’altro cioè
imprigionare l’esperienza. Questa esperienza bisogna vederla come se il
nostro amante fatato e il nostro amante terrestre fossero i due poli di
una calamita: quando entrambi sono presenti, l’energia fluisce tra
l’uno e l’altro e tutto va per il suo verso; se non avete un pater
fisico e non avete intenzione di averlo forse è meglio che a
quest’operazione rinunciate per evitare un pericoloso squilibrio
oppure, come faccio io, ritirarsi dal mondo e vivere secondo le regole
della Natura e non quelle della Società dell’uomo. Abbiamo visto come la via Feerica che ha avuto
origine nelle lontane nebbie della preistoria abbia avuto una sorta di
rinascita nel mondo, perché questo? Un motivo risulta sufficientemente
chiaro: il nostro pianeta è sull’orlo del collasso ecologico: mari
inquinati, foreste abbattute, gli animali dei tre regni spietatamente
massacrati.
Tutti ci
rendiamo conto che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato, e la fonte
di tale errore sembra doversi ricercare nel modo in cui abbiamo
considerato il mondo naturale da quattromila anni a questa parte; la
via feerica offre un antidoto al pensiero egoistico e dualistico che ci
ha portati sull’orlo del disastro planetario. La nostra visita
all’interno dei mondi interiori ci permette di migliorare quella
armonia che ci lega ai piani energetici e a quelli del pianeta,
riportando l’equilibrio tra il nostro mondo e feerilandia decretando
così, ancora una volta, che il mondo delle fate è lo stampo originale
del nostro. L’Io è il costruttore, che però ha lesinato sui materiali
ed ha costruito ignorando le norme di sicurezza ed ha avuto come
risultato il mondo in cui viviamo oggi, soltanto contattando feeria
riusciremo a ristabilire il paradiso perduto e ad imparare a
ripristinare quell’equilibrio che ora è quasi inesistente.
AMORE
MIO!
- Ho camminato a
lungo per cercarti.
- Ho percorso
interminabili vie nella speranza di vederti.
- Ogni via mi
faceva sentire più lontano da te,
- finché
all’improvviso,
- le lacrime
hanno lavato il velo dai miei occhi
- e ho compreso
che tu eri vicino.
- Ho visto
l’Amore brillare nei tuoi occhi,
- quel dono è
stato per me, il più prezioso perché
- in quegli occhi
ho potuto, per un momento,
- abbandonare
libera la mia anima.
- Rivedere i
suoni e i colori nel silenzio del tuo cuore,
- a lungo
immobile e pensieroso,
- è come sentire
la tua voce quando cammino
- verso il mio
cuore e
- percorro
l’unica strada che mi porterà da te.
- Quando
raggiungerò il tuo tempio
- ed entrerò
nella sua pace silenziosa
- ecco che
accetterò la Vita che dovunque
- fa eco al tuo
nome, e lì oltre la porta
- del tuo
Spirito, ti troverò ad aspettarmi.
M.M.
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