IL BAMBINO

Vi chiederete perché in un sito come questo, ci sia uno spazio riservato ai bambini.

bambinoÈ presto detto: la crescita e l’assunzione di valori dei bambini di oggi deve essere modificata, perché abbia più ampio respiro nei confronti della Vita. Come potete vedere dal titolo, il dilemma di insegnare ai propri figli come si svolge la vita, oppure tenerli all’oscuro, non è un dubbio di poca importanza,  perché sappiamo bene, anche se il più delle volte non consapevolmente, che ciò che insegniamo ai nostri bambini, racchiude in sé anche le nostre paure e i nostri limiti personali e morali che si porteranno dietro per tutta la vita, se non avranno la forza di cambiare i propri schemi di comportamento una volta più maturi.Il dubbio e la paura di insegnare cose sbagliate ai propri figli è sempre dietro alla porta e questo non fa niente altro che aumentare l’ansia di dover insegnare ai propri bambini un metodo di vita e una serie di valori morali atti a non creare in seguito degli spiacevoli incidenti (esempio il figlio che ruba, che ammazza, che si droga, che commette violenze).

Questo è totalmente impossibile, perché è accertato che anche il bambino più buono e cresciuto con i principi più solidi, direi quasi spartani dal punto di vista della educazione e della morale, arriva a commettere egli stesso le azioni che per una vita gli è stato imposto di non fare. Questo ci fa capire che una educazione sociale e morale non in linea con il concetto di Vita, creerà sempre all’interno del bambino una bomba ad orologeria che scoppierà a seconda del carattere, della resistenza emotiva e soprattutto del suo senso di rivalsa nella vita che gli fa desiderare le cose che i suoi valori, inculcati a suo tempo, gli precludono.

Allora penserete: “dovremmo lasciare i nostri figli allo sbando, solo perché ciò che gli insegniamo può minarli interiormente e renderli persone con un livello di frustrazione interiore tale da arrivare a commettere cose nefande, pur di sentire dentro di loro, almeno per un attimo, il senso di soddisfazione e di completezza per aver ascoltato quello che sentivano di fare e non quello imposto dalla ragione subordinata da convenzioni e paure? 

E qui arrivo io.

Prima di tutto bisogna considerare i bambini alla stessa stregua degli adulti e non considerarli dei poveri idioti che non possono capire le situazioni, perché secondo voi non hanno ancora avuto un certo tipo di esperienze e perciò non possono capire.

Ho una notizia per voi, i bambini liberi emotivamente non hanno bisogno del concetto esperenziale per crescere, per il semplice motivo che il loro corpo emozionale è talmente aperto, che assorbono direttamente dalle energie stesse della situazione  l’insegnamento, senza bisogno di viverlo praticamente.

Infatti, se ci pensate, molti dei loro atteggiamenti, che vengono assorbiti durante stati fortemente emozionali dei genitori (paura, ansia, rabbia etc…), diventano parte del loro bagaglio e ahimè, quando ricadono, in seguito, in quei frangenti nel quale hanno assorbito quel particolare atteggiamento, ecco che automaticamente esce da loro un atteggiamento che non gli avete mai visto prima, ma che sicuramente se vi guardate in esso vi riconoscerete. I bambini sino ai dodici anni sono spugne che assorbono non solo nozioni accademiche, ma anche stati emozionali per empatia e li archiviano come informazione da usare nei frangenti in cui loro stessi li hanno visti usare. Parlare della vita ai bambini è un compito semplice se chi parla loro lo fa con semplicità e gioia, e non come un adulto che dall’alto della sua esperienza pensa di poter insegnare qualcosa che valga per tutta la vita.

Prima di tutto bisogna rendersi conto che l’educazione non deve avere dei punti focali da dove l’insegnamento deve iniziare, infatti ogni argomento integra il tutto e perciò non vi è un argomento più importante di un altro. L’ambito morale delle questioni deve essere totalmente abbandonato e sostituito con l’unica regola di amare se stessi come gli altri. Solo allora si riuscirà a smettere di porre regole morali che limitano l’evoluzione dell’individuo.

La famosa frase ”Questo è male, non farlo più!” deve essere del tutto abbandonata perché crea soltanto una costrizione nel bambino che da quel momento la assorbirà come un limite e un divieto, nonostante voi gli abbiate spiegato il perché di tutto ciò, quella spiegazione vale per voi ma non certo per il bambino, che ha già percezioni della vita e convinzioni diverse dalle vostre.

Ed ora per chiudere, perché molto vi è da dire e a me invece piace che si viva la situazione, passiamo all’argomento più scabroso con i figli: il sesso. I genitori spesso non sanno come inserire il discorso sesso con i propri figli e questo perché le convinzioni interiori dei genitori stessi danno al sesso una importanza che a livello personale è sopravvalutata come se vivere le altre esperienze della vita fosse meno impegnativo o importante. Iniziate a vedere la sessualità come una cosa normale della vita e vedrete che non sentirete resistenze a parlarne coi vostri figli.

Le resistenze sotto forma di convinzioni sono:
  • a) è troppo presto
  • b) non è ancora pronto
  • c) è troppo giovane
  • d) non può ancora capire, etc etc.

Questo tipo di pensieri sono spesso accostati a comportamenti di altri genitori, che non riescono a parlarne e pensano che sarà la vita a insegnarli: PECCATO!. Questo tipo di comportamento innesca proprio quello di cui i genitori hanno più paura: quello che il figlio o la figlia si mettano nei guai mettendo incinta qualcuna o rimanendo incinta e dopo, l’unica cosa che i genitori sanno fare, è gridare e arrabbiarsi con i figli che loro stessi hanno tenuto all’ oscuro.

Il sesso è una cosa bellissima se fatta consapevolmente, ma è anche una realtà molto particolare che racchiude a livelli spirituali molto alti, il segreto della divinità in cui crediamo, sia essa DIO, JEHOVA, KHRISNA etc.

Rendetevi conto di una cosa, la sessualità è stata marchiata dal pensiero cattolico come cosa da fare sotto silenzio ed il tempo ha portato questo dogma ad essere cristallizzato e preso per vero. Per  poter liberare i vostri figli e, perché no, anche voi stessi, dagli inutili limiti del moralismo bigotto e claudicante di questa società, bisogna prima di tutto vedere la sessualità come una cosa da fare alla luce del sole all’insegna della gioia, della consapevolezza di farla con la massima libertà di espressione e non sotto regole stritolanti; per chi invece già sta facendo ciò, di non avere paura di dirlo. Quanti fanno cose che normalmente sono moralmente proibite da questa società e poi, fuori al sole, puntano il dito e giudicano le persone che fanno le stesse cose alla luce del sole, perché per loro è un modo di essere e non di apparire.

Ritornando ai vostri bambini ricordatevi che le bambine, già a dodici anni, sono in grado di avere figli, ma manca loro la consapevolezza di quello che vuol dire, perciò non aspettate a spiegare le cose “quando sono grandi” perché la maturità è data dallo Spirito, ed esso non ha età. Se una bambina a dodici anni può già procreare vuol dire che bambina non è più e che sta a voi smettere di vederla tale e considerarla come essere senziente e pensante, che ha iniziato la sua vita responsabile e indipendente, anche se abita ed ha ancora bisogno di voi. Come stavamo dicendo, se già a dodici anni si arriva alla maturità fisica, è giusto che quella consapevolezza che l’accompagna, inizi prima dei dodici anni, meglio se cresciuta con questa visione e preparata a vivere sotto tutti i punti di vista per essere, se lo vorrà, anche se non è una visione occidentale, donna, compagna, madre e amante. Lo stesso discorso vale per i maschietti che hanno un bisogno estremo di sicurezza, di certezze e di apertura verso la Vita che solo il lato femminile che sta dentro può dare.

 
VISIONE GENERALE DELLE METODOLOGIE:
  • Determinazione della propria situazione interiore attraverso gruppi di condivisione e gioco di contatto.
  • Metodiche di trasformazione egoica: primi passi nell’autocoscienza.
  • Contatto con i propri schemi attraverso la tecnica dello specchio.
  • Vivere l’istante presente nelle proprie emozioni attraverso il gioco.
  • Responsabilità e indipendenza.
  • Entriamo in noi stessi: ciò che sono, ciò che credo di essere, ciò che diverrò.
  • Il contatto e la comunicazione con noi stessi e gli altri.
  • La sessualità: cosa è per me, la responsabilità di viverla liberamente, la gioia che mi dona.
  • Contatto con gli elementali e le energie universali.

Questo corso è aperto ai ragazzi dai sette ai diciotto anni, con i loro genitori.


Il bambino vuole crescere perché si sente impotente, ma solo quando è cresciuto si rende conto di esserlo”.

Anonimo

IL VOLO

            • “Avvicinatevi all’orlo” disse.
            • “Abbiamo paura” risposero.
            • “Avvicinatevi” disse.
            •  Si avvicinarono.
            •  Lui li spinse…
            •  E volarono.

GUILLAME APOLLINAIRE

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